domenica 30 agosto 2009

L’ALCHIMISTA DEL CUORE


Arrivati a questo punto, c’è più dell’Alchimista. C’è l’Alchimista del cuore.

Una cosa sono le emozioni e i sentimenti… altra faccenda è il cuore.

Sapere che le cose, tutte le cose, sono dentro noi stessi non significa che in noi c’è la risposta reale, ultima e sola ad ogni nostra istanza. Credere che tutto si risolve in noi è, piuttosto, sapere che noi accogliamo il seme, ma esso, non è solo nostro.
Accogliamo e nutriamo un seme che ci accomuna a molti altri esseri che stanno vivendo questa avventura della vita.
Il seme, che sento in me, sarà germoglio e frutto fuori di me.
Il seme, il pensiero, la matrice di ciò che ci serve ci verrà incontro, fisicamente, dal mondo.
Qui incontriamo gli altri, che sono a specchio con noi e che, ogni istante ci permettono di verificare ciò che siamo. Gli altri, insieme ai quali il seme diventerà frutto, realizzazione.

Questo non è l’ultimo passaggio, è il momento in cui usciamo dall’illusione che la realtà sia ciò che stiamo vedendo e sperimentando, perché nella connessione con il Tutto ritroviamo il senso autentico del nostro essere Uno con tutti gli altri esseri. Poi ci sarà il passaggio della comprensione dell’essere creatore di se stessi e della propria storia quando di noi avremo recuperato la consapevolezza, non solo del nostro essere nel Tutto ma dell’istante in cui, dal Tutto, ci siamo mossi e, in un nuovo attimo di respiro, abbiamo criptato tutta la nostra profonda e vasta consapevolezza per essere un’identità qui sulla Terra.

Qui ritroviamo di noi stessi l’originalità, la singolarità, l’Uno, che mentre dice: “Sono Uno” e si sente tutto in tutti, anche dice: “Sono Uno” sapendo di essere unico, di essere l’espressione che quell’essere “Uno con tutti” s’è dato nell’essere “Uno in tutti”.
È passaggio indispensabile di riconduzione in se stessi dell’attimo della creazione, per cogliere se stessi nella dimensione di “Creatore”.

Ma in fondo, che siamo? Appena entriamo in quell’esperienza che ci fa cogliere come Uno, e cogliamo la verità, l’unica verità, perché l’Unità è l’unica verità (E. Zolla), ecco che avvertiamo il nostro essere Nulla, cogliamo l’illusione della realtà, di ogni realtà, anche della nostra stessa persona.
L’Alchimista del cuore sa questo.
Il pensiero, per quanto unificante e immenso è ancora pensiero, è ancora il regno dell’io. Solo il cuore giunge alla verità, il cuore coglie Tutto e Nulla, il cuore può accogliere e comprendere qualunque altro da me, a cominciare da questo altro da me, che sono io.

Il cuore può riempire la distanza e immettermi nel Tutto. Il cuore mi permette di far passare l’amore, mi insegna la compassione. Emerge quella parte di me che è “Creatore” e, a piccoli o a grandi passi, permettere alla luce della consapevolezza di illuminare me stessa e tutti; la mia storia, tutte le storie e la Storia.
Tutto e niente, io e nulla, altro… stare in tutto, godere di tutto e tutti.
Ecco l’Alchimista e il suo potere, perché l’Alchimista del cuore ha lasciato ogni potere.

Questo punto, che è il punto d’arrivo, è anche la ri-partenza. È sempre stato in noi, tutto il resto è relativo ma anche, per me che l’ho creato, estremamente importante.
È il mio passaggio, ora.

Perché ogni cosa, ogni Parte di me va bene così, com’è.

Questo è il punto in cui passiamo dallo psicologico all’ontologico e troviamo in noi la fonte per dare riconoscimento ad ogni Parte di noi e, permettendole di esistere, godere di essere e di essere ciò che siamo, come siamo.
Ontologico: cogliere il Senso, il Verbo, che si fa forma nella mia esistenza, in ogni esistenza.
È il senso religioso in noi.
Cogliere l’Intelligenza Sapienziale, il senso ultimo, e mai definitivo, delle esistenze, di noi stessi, delle cose, della VITA che, così come sono le esistenze, adesso, in ogni adesso, vuole essere.
Solo nell’adesso sta l’esistenza - il senso che è la forza della cosa.

L’Intelligenza Sapienziale è il senso di ogni singola esistenza, dell’essere per se stesso e il senso che ogni singola esistenza ha in relazione al Tutto.
L’Intelligenza Sapienziale è godere l’esistenza, godere se stessi, godere di esisterSi.
Non è una conoscenza razionale, è incontrare l’Essere nell’essere, incontrare le cose e godere di se stessi e del mondo.
L’Intelligenza Sapienziale è l’Abbraccio dell’essere a se stesso, riconosciutosi nel suo essere Uomo pienamente manifesto e vissuto in questo uomo, in questa donna.
Abbraccio che genera, energia che nutre.

Quello che sono va benissimo, è Tutto, oggi è il massimo perché Qualcosa/ Qualcuno che Sono, la Parte di me oltre il corpo, oltre il Tempo e lo Spazio, ma anche tutt’uno con essi, Crede che così Sono e così si è voluta dare nella Realtà, perciò un’Esistenza Buona, OK.
Quel Qualcuno/Qualcosa e, nominandolo, nomino anche me stessa in me stessa e oltre me stessa e in quell’Oltre che ancora sono e posso essere nella Parte Potenziale di me, che Crede in ciò che È, in ciò che ha scelto come esistenza, così si ama e vuole essere .

E la luce della stella che sono, brilla.





A te, che sei… cielo e terra

In te, fatta terra
il cielo ha perso la sua stella più bella?

No.
Il cielo sa che la terra è l’Altra parte di se stesso
egli ora tocca la terra
e, fiducioso, la visita.

Le stelle sono lassù e quaggiù
quaggiù e lassù.
La Luce è in tutte le Cose
del cielo e della terra.




ONTOGENESI

Cogliere la storia della forma di creazione che sono, che ciascuno é.
Sono, comunque sono, sono: “comunque sono è sinora mancato al mondo per accogliere la Creazione con le sue differenze identificative”.
Comunque sono, affermazione necessaria per riconoscere ed integrare qualsiasi Parte di me e di ciò che nella Creazione, sono.
Passaggio necessario per uscire dal Vuoto, dalle separazioni, dalla sofferenza.
Passaggio che immediatamente mi libera da me stessa: semplicemente non mi serve più affermarmi e nominarmi, sono, nel Tutto.

Ora il Vuoto, finalmente, lo colgo per ciò che realmente è: un Pieno di possibilità.
Quando il mio buco nero, finalmente, diventa la fonte più forte di potenzialità e di forza…la sofferenza è la mia forza, che da sempre sento presente nelle mie mani.
Qui è il punto d’eterno in cui, ciò che ora avverto come sofferenza, si cambia in gioia, perché sofferenza è solo una modalità di viversi le cose e questa può essere cambiata.
Questo che accade è ciò che la Vita vuole essere, proprio e solo questo.

Adesso mi muovo spinta da una forza che non sente ragione, che mi porta su percorsi nuovi, diversi, spesso fino a ieri o ancora oggi considerati proibiti, negati, detti: errore, caduta, peccato, pericolo…
Qualcosa ha rotto gli argini, le regole di ieri non trattengono più l’agire. Ancora aleggiano come spauracchi un po’ dentro un po’ fuori di me, ma ormai hanno perso autorità, non sono più i miei assoluti, né i miei riferimenti o paletti.
Come mai? Che succede? I dubbi, le paure, le norme, gli schemi, il dovere, tutto mi attraversa ma tutto si fa impermanente rispetto alla spinta di questa forza che mi porta.
Tutto avviene. Questo é.
Sono, comunque sono, sono.
Sento e ciò che sento… va bene.

La Forza prorompe, cos’è questa Forza? È la forza vitale, chiamata anche eros, spirito.
È la forza della Vita. Come agisce? Lavora dentro di noi, prende respiro dentro noi, emerge dagli interstizi del nostro essere. Si fa largo dove una maglia del nostro mentale cede, dove, esaurito il pensare, l’agire, ancora la Coscienza, la mia persona, non ha vissuto tutto di sé.
Si fa strada nelle nostre malattie, ansie, tensioni, nella rabbia, nella paura. Sono i miei animali interiori, il mio essere biologico, la mia anima psichica non vissuta che chiama, preme per essere ciò che sono.
Quando finalmente esaurita la rassegnazione e la ragionevolezza stiamo nella nostra ansia, nel nostro disagio senza rimuoverli, fuggirli, disconoscerli.

Così per tutti gli altri sintomi che ci avvelenano la giornata. Stiamo in essi. Sapendo che questo è il pane di oggi, sapendo insieme che già oggi siamo Altro, siamo benessere. Sappiamo che essi sono conduttori di Altro, di un senso che sta in fondo, e solo in fondo, al rovescio di quest’ansia, di questo malessere.
Che proprio questo disagio o questo dolore ha, in fondo a se stesso, la risposta.
Esso è quel qualcosa dentro noi che sa già dove sta il benessere, basta ascoltarlo e lasciarsi portare.




LE FORZE NELLE NOSTRE MANI

La forza d’inerzia è tutta l’energia che ora sentiamo come sofferenza e che dobbiamo cambiare in gioia.
Fare un’alchimia, un processo quantico; cambiare l’acqua in vino; le tenebre in luce.
Non è che ci sono le tenebre e la luce, sono le stesse tenebre che restano tali o che s’illuminano. Va bene in ogni caso, qui è la forza della Vita: luce e tenebre lasciate così come sono, perché così va bene, così è la Vita.
La realtà è un tutto, una fusione, sta ad ognuno di noi mettersi davanti alla propria forza d’inerzia a cambiarla in gioia, sapendo che è già gioia.
Sta ad ognuno riconoscere le proprie tenebre e la loro legittimità ad esistere, credere nella grande potenzialità che racchiudono.

Lasciamo che il nostro mentale si abbeveri di Luce.
Si alimenti delle sue stesse tenebre così che, masticate, impastate, assimilate, sprigionino tutta la loro energia.
La Luce che Sono.

Non aspettare l’aiuto, né aiutare, né essere aiutati, solo, ciascuno crede che ha in sé la Forza. Tutta la Forza per guarire, rinascere, vivere.





LA PREGHIERA RICONDOTTA DENTRO L’UOMO

“Padre nostro che sei nei cieli”: i miei cieli interiori, che incontro e godo quando mi riconosco e amo.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”: da me, immersa nell’Universo, vengono le risorse per l’oggi, tutte.
Quando riconduco e riconosco come parti di me quei livelli di creazione che ho sempre chiamato “il divino”.
Non sono mai sola, non sono mai abbandonata, se non a me stessa e l’abbandono a me stessa è sempre dolce, è sempre abbraccio fecondo.
Pregare facendo risuonare in me, nel mio corpo, nei miei pensieri, nel sentire, nel credere, i suoni, le parole fino a ieri lanciate fuori di me ad un ipotetico Dio, disperdendo così la forza del mio gridare, amare, chiedere, volere, aggredire, ringraziare, onorare.
Così per ogni essere, ogni persona, uomo o donna, figlio, fatto diventare il senso del mio esistere… vi ri-conduco dentro me, solo da qui emergete veri e correlati a me, sicuramente.




TUTTO RICONDURRE DENTRO ME CHE SONO, CIELO E TERRA.

Sono la Forza che sta al centro della cosa più potente che c’è, il Pensiero.
Ne sono l’Anima, la Forza, la Vita.
Prendimi per mano, stringimi, trattienimi come si stringe e si trattiene un serpente, senza via di scampo, senza altra possibilità se non quella di lasciarti attraversare, tutta, per ogni vertebra della tua schiena, dal brivido gelido e infuocato che nasce dal tuo sentire e sapere di aver in mano un serpente,
di più, la morte o la vita
e di non poter fare altro se non stringerlo con forza, fino a stringerlo appassionatamente, sapendo, finalmente, che questo e nient’altro che questo, hai cercato per tutta la tua esistenza.




Segreto n. 7: Percepire e Conoscere le chiavi, le funzioni, le dinamiche che sottostanno e regolano l’esistenza di ogni cosa ci permette di diventare i creatori della nostra realtà. Usare la forza di emozioni e sentimenti, e la forza dell’eros, per creare la propria realtà.

Nessun commento:

Posta un commento