giovedì 3 settembre 2009

ACCOGLIENZA



“Non pensare alla forma,
dà peso alla sostanza,
questo è il Tao”.

Quanto è grande il mondo, il mondo in me! In questo periodo la Vita si sta proponendo con tanta della sua potenza nel sole, nell’acqua, nel verde della campagna. Tutto è riflesso e fissato in questo scenario che stiamo costruendo e dipingendo per rappresentare il nostro Mozart e, mentre stiamo qui ad aspirare fumi di colori, a definire bordi e sfondi tra azzurri verdi e beige, avverto che: “io sto” in questo scenario. Sono dentro e vivo qui. Sono nel momento in cui Tamino sta davanti alla porta del Tempio, a Sarastro… Tamino è uscito dalla foresta dei suoi sentimenti di paura, confusione, incertezza, paura, ancora paura e dubbi, tutto ciò che ha conosciuto di sé in quel percorso nelle caverne, nelle parti di sé oscure e tenebrose, forti, quasi mortali. Ma ne è uscito, rinvigorito, sicuro di sé e ora sa di sé.
Il Tempio è rimasto da varcare e poi, finalmente la sua Pamina!
Ecco, mi sento in questo scenario e in questo grande atrio verde-azzurro che la natura offre a chi qui giunge.

Avverto gli archetipi vibrare. Amo gli archetipi, li ho disegnati, li ho serviti, ho lasciato che in me ogni voce dell’universo risuonasse, dicesse la sua, fosse urlo o flebile sussurro, fosse voce della guerra, dell’odio, dell’ignoranza, dell’impotenza o della forza debole più accogliente e comprensiva, tutto ho accolto con amore. Non era mio l’amore, mi è stato donato, sempre, io ho solo permesso che mi attraversasse.
Anche le mie voci ho ascoltato e accolto, tutte le voci delle mie vite, dei miei vissuti, della mia storia, quella che ha attraversato i secoli e i millenni, quella dello Spirito che sono e delle molte anime che sono stata, quella dell’Anima che sono, che chissà quanti nomi s’è data, chissà quanti uomini e donne ha amato, quanti figli ha cresciuto; tutto lascio che sia ora, e che se ne vada.
Tutti gli archetipi, le chiavi che ho utilizzato per darmi vite e corpi e intelligenze, per creare realtà e mondi, ecco, i simboli universali sono qui, dentro questo Tempio, pronti ad essere riutilizzati, questa volta da quest’anima che sono che ha in sé la consapevolezza che:

TUTTO È BUONO, TUTTO CIÒ CHE OGNI ESSERE CREA È BUONO, SEMPRE.

Sto attraversando questo Tempio senza timore e perciò senza sofferenza e dolore, perché niente è resistito, niente è giudicato né lasciato fuori dal mio cuore.
Attraverso il Tempio che sono sapendo che il tempo e lo spazio si snodano, avviluppando gli archetipi nuovamente, come ogni volta che sono stata qui, in questo luogo e momento, che si chiama: “Be-rè-sit” ,“In principio” .

Creare… come si fa a creare? Quando si è creatori?
Quando si accoglie tutto e niente.
La gioia oggi fa vibrare il mio sangue. La mia linfa e ogni osso, ogni cellula, ogni estroflessione nervosa del mio corpo è raggiunta da questa onda dolce e amorevole che nasce da un posto segreto di me, emerge e sento mi attraversa.
Sì, questo luogo segreto è oltre tutte le caverne, gli antri, le montagne sotterranee, i corsi d’acqua che ho attraversato, lunghi anni di oblio e silenzio e altro, altro, che mi ha spinto fino a qui, davanti al portale del Tempio, a sapere che altro non sono se non questo Essere che da sempre sono.
E creo, o m’inabisso in un nulla che mi dissolve, nulla in cui il mio corpo e la mia anima, senza dolore, né identità si danno.

Il portale è aperto, posso varcare la soglia e attraversare me stessa, in ogni parte di me, mentre so che in ogni momento ancora quaggiù posso essere, nei miei antri oscuri, lasciandoli all’oscuro, senza paura, perché solo così “sono” quelle forze profonde e segrete, feconde che, la terra che sono, custodisce e dona.
Tamino e Pamina camminano a fianco nel Tempio, sorridenti.

MASCHILE E FEMMINILE CAMMINANO A FIANCO, NELLA VITA, SORRIDENTI

Ora è sera e la notte sopra lo scenario del Mozart è intensa e silenziosa. Quel sole è un ricordo, una memoria, già da altro sole sono illuminata qui nella notte.
Quando mi sveglio un sussurro, un pensiero s’insinua nella mia mente, sto imparando che questo è il momento degli insegnamenti più importanti e sto attenta ad ascoltare, senza frenare né ridurre, la portata dei messaggi che m’attraversano. Nel risveglio qualsiasi essere trova spazio dentro me, pacificamente, con le sue ragioni e il suo modo di essere e mi viene detto come fare per accogliere, capire, appianare.

E il gioco viene, ritorna, sempre nuovo e avvincente.

















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